Luxury revolution - la moda in formato baby

I nuovi trend dell’estate spopolano tra le mamme più attente alle ultime tendenze
L’epoca in cui i bambini vestivano abiti ereditati dai fratelli maggiori o da qualche parente è finita? Oggi le grandi case di moda puntano proprio sulla clientela appartenente alla più bassa fascia d’età, con un volume di affari di circa 3 miliardi di euro solo nel 2017.

La linea Kids movimenta le passerelle estive con modelli di 7 anni che sfilano immedesimandosi nei genitori, indossando abiti fatti con materiali di alta qualità: gli stilisti hanno capito che la clientela target è cambiata e che per aumentare le vendite devono investire nel comparto dedicato ai più giovani. Ne è un esempio la scelta di Sergio Tacchini, famoso per la produzione di abbigliamento da tennis, il quale ha dedicato 20 mln al lancio della linea bimbo, sostenuta da una importante politica di marketing.

Numerosi operatori hanno intenzione di entrare nel settore: dopo l’apertura da parte di Fendi di uno store kids, hanno fiutato il business Emilio Pucci, Fiat, che ha presentato una capsule collection con l’icona della 500 e nel 2018 concorrerà anche Roberto Cavalli. Secondo i dati Euromonitor, la categoria bambino è arrivata a raggiungere il 22% del totale del fatturato del 2016, sovraperformando l’abbigliamento uomo.

La moda junior, nata dalla necessità di tenere buoni i propri figli durante le ore di shopping, sta diventando un’opportunità di guadagno superiore rispetto alla strategia target, accontentando mamme esigenti e pretenziose che vestono le proprie figlie a loro immagine e somiglianza.



Il comparto ad oggi è ancora in via di sviluppo ma le prospettive future sono prospere, soprattutto sul piano internazionale: il fatturato dell’export nel 2016 ha superato il miliardo di euro, in salita del +4,4%, e aumenta la domanda proveniente dalla clientela asiatica, grande consumatrice, molto attenta alle ultime tendenze ed in fase di crescita demografica.